Scritto su tempo di Varzer inglese da Giuseppe Rachel (1858-1937) nel 1920, il brano è da tempo entrato a far parte della cultura e della tradizione popolare sarda. Canto d’autore di ispirazione folklorica, è tratto dell’omonima poesia “A Diosa”, scritta nel 1915 dell’avvocato sarulese Salvatore Sini, ed è stato portato alla ribalta del grande pubblico con la spledida esecuzione del compianto Andrea Parodi. Lo proponiamo nell’esecuzione della formazione femminile Rutulae Voces, diretta da Alessandra Serges, registrata dal vivo a Monti (Olbia), durante il concerto tenuto in occasione della festa di San Giovanni Battista il 23 giugno 2016 presso la splendida cornice della chiesa di San Gavino.
Non potho reposare amore e coro
pensende a tie soe donzi momentu.
No istes in tristura prenda e oro
né in dispiacere o pessamentu.
T’assicuro ch’a tie solu bramo,
ca t’amo forte t’amo, t’amo, t’amo.
Amore meu prenda de istimare
s’affettu meu a tie solu est dau;
s’are iuttu sas alas a bolare,
milli bortas a s’ora ippo bolau;
pro benner nessi pro ti saludare,
s’attera cosa non a t’abbissare.
Si m’esseret possibile d’anghelu
d’ispiritu invisibile piccabo
sas formas; che furabo dae chelu
su sole e sos isteddos e formabo
unu mundu bellissimu pro tene,
pro poder dispensare cada bene.
Non posso riposare, amore e cuore,
sto pensando a te ogni momento.
Non essere triste gioiello d’oro,
né in dispiacere o in pensiero.
Ti assicuro che bramo solo te,
che t’amo forte t’amo, t’amo, t’amo.
Amore mio, gioiello da stimare,
il mio affetto a te solo e’ dato;
se avessi avuto le ali per volare,
mille volte all’ora avrei volato;
per venire almeno a salutarti,
o solamente per vederti.
Se mi fosse possibile d’angelo
di spirito invisibile prenderei
le forme; ruberei dal cielo
il sole e le stelle e formerei
un mondo bellissimo per te,
per poter dispensare ogni bene.