Il vecchio adagio: “Canta che ti passa!”, ora ha anche una conferma scientifica.
“Che il canto corale dia bellissime sensazioni il coro Rutuli Cantores lo sa da sempre o, almeno, da quando venticinque anni fa ha dato inizio alla sua meravigliosa avventura musicale. Ma cantare insieme non da soltanto una sensazione di benessere psicologico. Ora è certo che produce anche benefici sul piano fisico. E non è più una semplice sensazione perché da qualche tempo se ne è avuta la conferma in ambito scientifico.
I ricercatori dell’Università svedese di Göteborg, infatti, non hanno dubbi: cantare in coro ha effetti benefici anche sul nostro organismo. Per averne la certezza scientifica hanno monitorato a lungo le frequenze cardiache di molti cantori della loro città. Il risultato della ricerca è stato pubblicato sulla rivista Frontiers Neuroscience e con dati alla mano è stato dimostrato che la musica ha effetti calmanti sul cuore ma, soprattutto, che gli effetti benefici aumentano decisamente quando si canta in un gruppo corale.
Per lo studio i ricercatori hanno utilizzato degli elettrodi inseriti nell’orecchio dei cantori, collegati a dei cardiofrequenzimetri: appena il coro inizia a cantare, il battito cardiaco rallenta. Si tratta di una conseguenza del tipo di respirazione, che quando si canta viene maggiormente controllata e rallentata. Il canto, soprattutto quello in coro, è dunque una sorta di “respirazione guidata” che modifica anche la funzione cardiovascolare.
Il musicologo Bjorn Vickhoff che ha guidato il progetto, spiega che il cuore rallenta il suo ritmo durante la fase di espirazione. Ma quello che ha più colpito i ricercatori è che in pochissimo tempo le frequenze cardiache dei coristi si sincronizzano tra loro. Le linee dei cardiofrequenzimetri, che durante le prime battute del canto registrano segnali molti diversi, iniziano rapidamente a disegnare una serie di picchi uniformi: una sorta di ritmo comune che segue l’andatura del canto. Ed è come se lo sforzo dei cantori per trovare una sincronia delle voci, si rifletta anche sul fisico e quindi sul cuore. Per questa ragione, secondo gli scienziati svedesi, il cantare in coro potrà essere utilizzato in alcune terapie riabilitative, come supporto per la riduzione di alcuni tipi di dolore e, soprattutto, dell’ansia.
Ecco dunque un motivo in più per non rinunciare al piacere del fare musica insieme ed in particolare del canto corale e polifonico. I Rutuli Cantores sono sempre pronti ad accogliere nuovi cantori. Tutti possono farcela. Non è indispensabile saper leggere la musica. Si tratta di un gruppo amatoriale frequentato da amici che fanno tutt’altro nella vita, uniti soprattutto dalla fortissima passione del cantare insieme.”
Danilo Silvetti
(tratta da: Il Faro on line del 20/9/2014)